Quando hai un dolore fisico non riesci a pensare a nulla se non a quel dolore che si fa sentire continuamente.
La stessa cosa accade con i pensieri!
Quando hai un pensiero fisso in mente, non fai altro che pensare a quello!
Può essere anche la cosa più sciocca, può essere anche una semplice scelta ma quel dubbio sorge continuamente.

Lo faccio o non lo faccio?
Lo dico o non lo dico?
Vado o non vado?
Domande, ma, soprattutto dubbi che riempiono la nostra testa di forse, ma e però.
Il problema è che quando cadi in questo circuito di pensieri il tempo passa e ti allontani sempre di più da cosa veramente vorresti o di cosa avresti bisogno.
Delle volte arrivi anche a non saperlo più e decidi di azionarti, in relazione a quello che gli altri ti dicono di fare.
Ecco che decidi di seguire ciò che ti consigliano.
Cosa succede?
Delle volte va a buon fine e tutto passa indenne, ma altre volte, invece il risultato è “negativo”!
Cosa accade allora?
Delusione, tristezza, infelicità.
Sei pervaso dalla terribile sensazione del fallimento!
Scatta in te la frase: “E’ colpa di Tizio o di Caio che mi ha suggerito…”ecc.
Se non va bene la scelta che hai fatto, però, non è colpa dei tuoi amici o familiari che ti hanno semplicemente dato un consiglio.
Chi è vicino a te ti dà un consiglio in relazione alle sue esperienze!!!
E allora, mi chiederai: “Di chi è la colpa?”
A me non piace parlare di colpa, ma di RESPONSABILITA’.
Quando ero un’adolescente, al termine del Liceo, volevo studiare psicologia, ma i miei genitori e soprattutto mio padre mi disse: “Cosa devi fare con psicologia? … devi stare con i pazzi?”
Per me quella fu una risposta agghiacciante a tal punto da togliermi tutta la grinta(apparentemente) nello studio di questa materia.
A quei tempi mia madre aveva un centro estetico tutto avviato e in regola.
Trascorrevo il mio tempo libero nello studio a lavorare come estetista ed ero persino brava!
I miei genitori volevano sistemarmi con uno studio già “bello e pronto”.
Chi genitore non vuole vedere il proprio figlio “sistemato”!?
Volevano che ereditassi il lavoro di mia madre!
Questa teoria era frutto di un’epoca in cui il mestiere si tramandava di generazione in generazione.
Oggi, per fortuna, meno!
Al “No” di mio padre, per psicologia, sono caduta un po’ in depressione perché non avevo voglia di fare l’estetista.
Sono rimasta 6 lunghi mesi a casa e a lavorare facendo l’estetista, ma triste dentro di me perché non era quello che volevo.
Tu mi chiederai: “Perché non hai insistito?”
Non avevo la forza e non avevo la grinta giusta per impormi.
Quella stessa energia che ha un bambino quando sbatte i piedi per terra per ottenere quello che vuole.
In realtà, però, non sapevo cosa fare e dove andare e allora optai per l’unica scelta, l’unica strada che vedevo davanti a me… frequentare la scuola d’estetica.
Fino ai miei 30 anni ho fatto l’estetista con passione e creatività, nonostante non fosse la mia prima aspirazione.
Poi però…
ma questa è un’altra storia che vi racconterò una prossima volta…
Ora, richiamandoci alla responsabilità!
Nella mia situazione raccontata, la colpa di questa scelta è stata di mio padre?
Lui ha cercato di indirizzarmi su quella che pensava fosse la strada più giusta per me.
Infondo vedeva che lavoravo seriamente, che facevo bene ciò che ero preposta a fare.
Facevo corsi a destra e a sinistra.
Guadagnava il centro e guadagnavo io… insomma andava tutto bene.
Tutto faceva pensare che lui fosse nel giusto e molti di quelli che erano i miei clienti la pensavano allo stesso modo.
Ma, in realtà, la corresponsabilità in tutto questo è stata la MIA.
Davanti al NO di mio padre ecco che immediatamente mi sono smontata, non mi sono imposta, non ho combattuto per quello che volevo fare…
Mi sono accomodata sulla cosa più semplice da fare!
Mi sono fermata su un divano o zona confort e lì sono rimasta incastrata fino ai miei 30 anni.
Sono stati anni per me bellissimi in cui sono entrata in contatto con persone meravigliose che tutt’ora vedo, ho imparato tantissime cose sia nella professione che umanamente.
Assieme a queste cose belle però ci sono stati tanti dissapori, tanta acidità, tanta sofferenza fisica, ma soprattutto tanto il mio sentirmi in prigione, nonostante mia madre mi desse spazio di movimento.
Ero imprigionata nel desiderio soffocato che c’era in me e che non aveva trovato espressione.

Al tempo di quella scelta non scelta, ero priva di quell’ energia che mi permetteva di affermarmi:
di dire IO VOGLIO…
Energia questa che nel corpo dimora nel bacino e che ha un potere immenso.
Quando questa energia è bloccata, l’indecisione dimora dentro di te.
Ti senti sempre insicura, titubante, hai sempre l’istinto di dover chiedere consigli, non ti fidi di nessuno e nemmeno di quello che tu stesso pensi.
Quando sai ciò che vuoi nulla ti ferma!
Riesci a prendere le tue decisioni, anche quelle più difficili,
Sai dove andare e anche se sono mete lontane, non ti scoraggi, perché sai che le cose si raggiungono a piccoli passi.
Sai cosa fare! E anche se non lo sai fare, imparare non ti spaventa, perché il tuo obiettivo, la tua voglia di essere ciò che VUOI davvero, è più forte di tutto e di tutti.
Capire e comprendere sè stessi è essenziale per essere felici.
Se ti comprendi in profondità, affronti con più serenità le tue scelte, porti avanti le tue idee anche se tutti ti vanno contro, non perdi tempo inutilmente.
Ma c’è una cosa che accade quando sai chi sei, cosa vuoi e dove stai andando: provi quella magnifica sensazione di soddisfazione interiore che ogni piccola cosa che fai e che ha un riscontro positivo, ti dà una botta di energia che va a nutrire quella parte di te che ti dice: ho fatto la scelta giusta!
Tutto parte da una scelta.
Scegli TE, scegli la tua felicità

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