La diverticolite è lo stato infiammatorio della diverticolosi, cioè lo stato sintomatico che segnala la presenza dei diverticoli che possiamo immaginare come vere e proprie sacche o cedimenti della membrana intestinale, in uno stato patologico.
I tratti di intestino principalmente interessati da questa patologia sono quelli finali ossia il colon discendente e il sigma, due sezioni del crasso. Siamo nella parte intestinale nella quale i processi digestivi sono quasi ultimati e il chilo (termine scientifico che indica il cibo giunto all’intestino) viene privato di acqua e sali minerali prima dell’espulsione.
Sintomi
I sintomi che generalmente accompagnano l’infiammazione sono:
- dolori addominali,
- stipsi o diarrea,
- nausea
- febbre
Le popolazioni maggiormente colpite sono quelle occidentali (in Africa e in Asia le manifestazioni sono rare). La prevalenza di diverticoli nella popolazione è certamente in funzione dell’età (5% a 40 anni, 30% a 60 anni, 65% a 85 anni).
Diagnosi
La presenza di diverticoli e l’eventuale stato infiammatorio possono essere diagnosticati esclusivamente con esami specifici: tomografia computerizzata, colonscopia, clisma opaco.
Cause
L’infiammazione dei diverticoli può avvenire anche a causa di frammenti di chilo(cibo) intrappolati all’interno dei diverticoli.
Le cause sono incerte ma i principali fattori di rischio della diverticolite sono da ricercarsi in dieta alimentare povera di fibre e di liquidi e in regime di vita sedentario.
Uno studio ha dimostrato come il rischio di diverticoli “sintomatici” sia senz’altro più alto in soggetti che assumono poche fibre. Per esempio questo disturbo è molto raro nelle popolazioni africane che hanno una dieta assai ricca di fibre. I diverticoli sono anche meno frequenti nei vegetariani. Una dieta povera in fibre può ovviamente associarsi anche a stitichezza, ma questo è l’unico punto in comune fra stitichezza e diverticolosi; in altre parole, la stitichezza di per sé non può essere considerata predisponente ai diverticoli, né i diverticoli possono essere ritenuti causa di stitichezza!
Cura
Lo stato infiammatorio viene normalmente curato con antibiotici, solo nel caso non vi sia alcun miglioramento, o si determini la comparsa di ulteriori complicazioni quali ascessi, fistole e occlusioni intestinali, può essere necessario il ricovero in ospedale e in ultimo l’intervento chirurgico.”
La forma più efficace di prevenzione consiste, pertanto, in una dieta ricca in fibre, una raccomandazione spesso indicata anche per la correzione della semplice stitichezza.
E’ sufficiente seguire uno stile di vita corretto e semplici regole alimentari:
- Bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno (i liquidi rendono infatti le feci più morbide e stimolano l’attività intestinale);
- Mantenere un’adeguata attività fisica;
- Seguire una dieta ricca di fibre e povera di grassi animali, cibi raffinati e alimenti irritanti (consumare molta frutta e verdura e prediligere pane, pasta e riso integrali e prodotti a base di crusca). Può essere utile anche assumere crusca grezza (20-30 grammi al giorno, con tanta acqua), ma solo nel caso che questo non comporti un peggioramento della digestione o della distensione addominale.

Donare senza temere
Nel libro “Malattia e destino”, l’autore Thorwald Dethlefsen (psicologo e psicoterapeuta) parte dall’interpretazione Freudiana che l’evacuazione è come l’atto di dare o donare. Gli escrementi quindi vengono visti simbolicamente come denaro. Lo scrittore pertanto collega immediatamente la stitichezza all’avarizia, al bisogno di trattenere. L’intestino crasso ha il compito di trattenere i liquidi (facile anche qui l’associazione con il denaro contante) e i sali minerali. Immaginiamo ora che, in una fase particolare della nostra vita, riteniamo insufficiente la liquidità trattenuta e inconsciamente avvertiamo la necessità di conservarne altra…. Ecco le sacche (diverticoli) nei quali ricoveriamo porzioni di cibo che vogliamo trattenere. Sempre lo stesso autore associa simbolicamente l’intestino crasso al nostro mondo interiore, all’inconscio, a quella nostra parte in cui vagano i pensieri nascosti. La paura di far emergere i pensieri, gli stati d’animo che non vogliamo condividere, si manifesta in conservazione, in stitichezza. Ricordando che la nostra esistenza ruota sempre intorno alla ricerca di equilibrio, è molto probabile che, l’eccessiva conservazione di sostanze nel nostro organismo porti a fenomeni violenti di espulsione (diarrea). La regolarità intestinale deve essere il risultato di un corretto equilibrio tra dare e avere, alla capacità di trattenere solo quello di cui si ha realmente bisogno per una vita sana, alla capacità di lasciar andare il superfluo. La psicoterapia può aiutare in questo senso facendo venire fuori i pensieri nocivi che tratteniamo e che rendono poco fluido un periodo.
Per fluidificare d’altro canto abbiamo bisogno di introdurre liquidi e di qui richiudiamo il cerchio con la necessità di una dieta ricca di liquidi e la necessità di introdurre maggiori quantità di acqua.

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