(Articolo Eva cucina dicembre 2015)

A fine Ottobre l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha lanciato un allarme dicendo che i salumi, le carni rosse, in special modo quelle elaborate come salsicce, wurstel, hamburger siano cancerogene. 

L’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) quando afferma che la carne probabilmente fa venire il cancro (e non che lo faccia venire sicuramente) vuol dire che nelle carni elaborate, sono presenti sostanze, come nitriti, nitrati e conservanti considerate già da tempo “velenose” per l’organismo (di Chiara Lalli da Internazionale.it del 01.11.2015).

Esse, infatti, sono state individuate come nocive alla stregua del fumo, del benzene, della naftalina, di alcuni farmaci ed altre 115 sostanze( da Il Tempo.it del 26.10.2015)  “L’OMS dice cose che in gran parte già sapevamo (..omissis..) nessuno si sogna di vietare il consumo di carne: come per tutti gli alimenti, serve equilibrio”, dice Carmine Pinto, presidente dell’associazione italiana degli oncologi (AIOM). La Coldiretti afferma inoltre: “Salami, pancetta, salsicce sono patrimoni nazionali, e non c’è tumore o pericolo che tenga.

I nostri prodotti sono i più buoni, i più belli e i più sani di tutti gli altri. Un pò di patriottismo alimentare!” La Coldiretti aggiunge e sottolinea che i cibi sotto accusa (hot dog, bacon, ecc.), non fanno parte della tradizione italiana sia per il modo in cui gli animali vengono allevati e sia per il modo in cui la carne viene  trasformata in insaccato.

In Italia, infatti, la trasformazione avviene naturalmente con l’utilizzo del solo sale senza l’affumicatura che è il metodo, invece, messo sotto accusa dall’Oms. L’allerta è rivolta maggiormente a quei paesi come gli USA, l’Australia, l’India e la Cina. In quest’ultima infatti si stima che nel 2020 ci sarà un aumento di consumo di carne di 16kg a persona (70 kg rispetto a 54kg annui del 2015).

Tra soli cinque anni la Cina sarà al primo posto sorpassando gli USA e l’Italia stessa, dove vi è invece un calo del consumo di carne,  per il valore dei consumi alimentari. Questo accadrà non solo per la uso della carne in se, ma anche per latte, formaggi, vino, dolci e altri cibi dal maggior contenuto di proteine animali e per quei prodotti cosiddetti “voluttuari”, tipici della fascia della popolazione più benestante (da L’Opinionista di Francesco Nicolini – del 2014-08-14). Ad oggi ci si chiede come si farà a sfamare tutte queste bocche, da dove prenderemo tutta l’acqua che serve a dissetare persone ed animali e innaffiare piante, se ci sarà ancora terra disponibile per essere coltivata.

Carne e non solo…

Il cibo è la prima fonte di nutrimento importante per la crescita fisica dell’individuo, ma, di massima, nonostante, sia fonte di energia, non è raro che la sottragga. Questo dipende dal funzionamento del nostro organismo, ed in modo specifico del  nostro intestino che non sempre riesce ad eliminare ciò che sente tossico.

Negli ultimi anni stanno aumentando esponenzialmente tanto le allergie a pulviscolo, polveri, piante ecc, quanto quelle di origine alimentare, perché? Migliaia di anni fa l’uomo nasceva cacciatore di Mammut, mangiava carne ed era forte e sano. Ora ci si domanda cosa c’è di diverso rispetto a quel passato? Cosa è cambiato realmente? Il cibo o l’organismo che sopravvive in questo tipo di società? Non esiste una Verità assoluta, solo tanti punti di vista, tanti modi di approcciarsi al cibo.

Basti pensare all’approccio Vegano, Crudista  o quello Naturopata. Le teorie ci danno delle indicazioni che poi adottiamo quotidianamente in base al nostro stesso valore di gradimento. Il nostro organismo ci dice, istante per istante, durante la nostra esistenza, cosa ci fa bene. Se si è mangiato un piatto di un certo tipo che ci ha dato fastidio, probabilmente lo stomaco ha faticato nella digestione; un attacco di dissenteria ci fa capire che l’intestino non è stato in grado di assorbire alimenti che ha preferito eliminare in modo violento perché ritenuti tossici. Un’eccessiva pesantezza di testa dopo il pasto ci segnala che ci siamo nutriti di alimenti che fanno produrre troppi muchi all’intestino crasso. Questo vale per tutti gli alimenti, compreso le verdure che per alcuni possono risultare indigeste. Siamo noi che decidiamo cosa è buono e sano perché ci da forza e ci fa stare in salute in quel momento.

Ricordiamoci che il corpo fisico è fatto anche di emozioni, di vissuti e di pensieri. Al momento della nascita siamo composti da una percentuale di acqua del 90% che tende a diminuire raggiungendo il 50% in anzianità. In base agli esperimenti scientifici di fisica quantistica dello scienziato giapponese Masaru Emoto, l’acqua, oltre ad essere l’elemento che amplifica qualsiasi tipo di vibrazione, mantiene una memoria.

Le nostre acque, sostando, ricordano ciò che vivono e trasmettono delle vibrazioni (attraverso il processo che lo stesso scienziato ha definito di impressionabilità) che la mente poi trasforma in in-form(a)-azioni in grado di arrivare anche a chi ci sta vicino. L’acqua è la sostanza che maggiormente compone le fibre muscolari come quelle della carne di cui ci nutriamo.

Se l’acqua ha una memoria, tutto ciò che mangiamo avrà una storia. Un ciuffo di lattuga coltivato in un orto all’aria aperta avrà ricevuto attenzioni (energie probabilmente positive) differenti da quello curato in una serra industriale a contatto esclusivamente con l’energia trasmessa da macchine agricole. Un animale cresciuto in libertà manterrà il ricordo del suo trascorso, al pari del suo simile allevato negli spazi esigui di una stalla industriale con tutte le emozioni ad entrambi connesse.

D’altro canto le informazioni continuano ad essere ricevute dopo la vita (è l’acqua che mantiene la memoria non l’animale), pertanto non è trascurabile quello che succede durante la manipolazione dell’alimento, quando decidiamo di preparare una ricetta con amore o infiliamo in pentola la prima cosa che troviamo in frigo pur di saziare le pance dei commensali.

A questo punto è opportuno chiedersi se è meglio mangiare una ricca insalata, coltivata con tecniche di agricoltura biologica, condividendola con una pessima compagnia o concedersi di tanto in tanto una grigliata con amici simpatici.

Questo argomento mi riporta ad un rito, molto praticato sino ai tempi dei nostri nonni e oggi perso nella quotidianità della routine, nella frenesia della vita. Un rito in realtà velocissimo ma sicuramente intenso: la benedizione delle pietanze. Ebbene, prima di cominciare il pasto, potremmo concedere pochi secondi della nostra energia positiva per accrescere il valore degli alimenti da consumare. Quando si parla di bene-dizione si parla ovviamente di predisporsi positivamente all’accoglimento del cibo senza necessariamente associare il rito ad alcuna specifica religione.  Il segreto è l’approccio, la consapevolezza che il nostro organismo tratterrà esclusivamente le sostanze necessarie alla nostra crescita, alla certezza che quanto considerato inutile o nocivo, in fase di assimilazione, sarà rilasciato.

Indicazioni dietetiche

Intervenendo a Tagadà su La7 il ministro della Salute Beatrice Lorenzin afferma che la dieta mediterranea è quella corretta dal punto di vista di nutrienti, prevedendo una piramide in cui viene inclusa anche la carne rossa preferibilmente fresca (iltempo.it del 26.10.2015). Secondo il sito eurobis.it, si consiglia un consumo di 3-4 volte a settimana di carne rossa, bianca oppure pesce, associando molte fibre, frutta e verdure. I valori succitati sono da considerarsi semplicemente indicazioni e non si sostituiscono al consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico.

Per te che hai letto l’articolo

Spero che l’articolo che ho scritto ti abbia dato delle informazioni utili.

Mi farebbe molto piacere ricevere un tuo commento. Mi aiuta nel proseguire il mio lavoro di diffusione di nuovi modi per stare bene e vivere serenamente.


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